Un viaggio di suoni e sentimenti a Paesaggi e Oltre. Intervista a Eugenio Allegri

di suoni e d'asfalto

Continua il festival “Paesaggi e oltre”, teatro e musica d’estate nelle terre dell’UNESCO.
L’iniziativa è promossa dalla Comunità Collinare con il contributo di Regione Piemonte, Fondazione CRAsti e Fondazione CRT.
La direzione artistica e organizzativa è del Teatro degli Acerbi.
Un teatro fuori dai teatri: prove d’artista, teatro popolare e narrazione, musica nel e per il paesaggio legate quest’anno dal tema del viaggio, nelle sue declinazioni.

L’appuntamento è per questa sera, martedì 24 luglio alle 21,30 a Castagnole delle Lanze presso il Belvedere del Municipio, con scorcio sulle colline di vigneti castagnolesi, per la prima volta nell’astigiano lo spettacolo “Di suoni e d’asfalto, letteratura e musica di viaggio” portato in scena dal narratore Eugenio Allegri con lo straordinario quartetto di musiciste de Les Nuages Ensemble.
Ingressi € 10,00 / € 8,00 ridotto. In caso di maltempo: rinvio a mercoledì 25 luglio.
Prima dello spettacolo una “pillola di paesaggio” condotta da Roberto Cerrato dell’Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato.
Al termine degustazione guidata di vini della Premiata Bottega del Vino di Castagnole delle Lanze.
Info: 339/2532921. Il programma completo sui siti http://www.langamonferrato.it / http://www.teatrodegliacerbi.it e su fbteatro.degli.acerbi.

Ecco l’intervista a Eugenio Allegri, uno dei più amati attori italiani, colui che con grande intensità ha scritto un pezzo storia del teatro con “Novecento” di Baricco

Come nasce “Di suoni e d’asfalto”?
Il tema del viaggio affascina ogni volta ed è molto frequentato da chi viaggia sempre, come noi artisti, erranti per indole o per necessità. Quindi in un certo senso il nostro lavoro ricalca il mondo del teatro, con le sue tournèe, con quei km e km di asfalto che le gomme delle nostre auto e le suole delle nostre scarpe non smettono mai di calpestare, con stupore e meraviglia per la Bellezza che ci circonda. E poi ragionando sul viaggio – ma anche sul teatro – abbiamo pensato ai suoni, perchè siamo parole e musica. Con un po’ di presunzione e ambizione, ci siamo immaginati un suono bello in quanto tale, un’armonia tra voce e note, che trascina e, da solo, in qualche modo, fa viaggiare.
Che viaggio raccontate?
Inizialmente abbiamo inteso il viaggio come spostamento fisico, poi abbiamo preso in considerazione anche come percorso nei sentimenti, nei pensieri, nei personaggi. Ad esempio, in Oceano Mare di Baricco, si possono leggere viaggi nelle lettere, ma anche nei pensieri del professor Bartleboom, nei suoi studi sui limiti, nella ricerca folle e bizzarra di Plasson degli occhi del mare…
Come avete scelto i pezzi?
Innanzitutto in base al nostro gusto personale. Abbiamo incluso vari autori, italiani e stranieri. Per quanto mi riguarda, non ho potuto non inserire Calvino perchè, secondo me, fa bene a qualunque anima e spirito. Inoltre, ci siamo innamorati di Chatwin, che ne “Le vie dei canti” racconta la sfaccettata natura umana secondo la sua indole al viaggio, o ancora di Le Clézio e del suo racconto del mare. Leggerò anche un brano di Mario Soldati che tratta dell’approdo da Torino a Genova, di intensità struggente, che, a nostro avviso, è sottovalutato. Tuttavia, ovviamente ne abbiamo dovuti escludere parecchi, non senza rammarico, come Garcia Marquez, Fitzgerald…
Cosa rende, secondo lei, lo spettacolo sempre attuale?
Di sicuro i testi, tra cui ci sono grandi classici. Ora, per esempio, mi viene in mente il cantico dei cantici, nel suo intramontabile inno all’amore, anche in accezione erotica, ma non è l’unico esempio. La letteratura ci presenta idee antiche, ma – nonostante ciò – sempre nuove e rinnovate.
Inoltre, la pièce, si apre a una lettura su più livelli: si può cogliere per il suo valore filologico e letterario, ma può essere interessante anche vederne la musicalità, o il significato che ciascun autore celava dietro al racconto o quello che significa per ciascuno di noi…
Infine, insieme a Les Nuages Ensemble, con cui avevo già condiviso qualche performance, abbiamo pensato anche al viaggo visto come andata e ritorno tra uomo e donna. Ci piaceva che in scena ci fossi io, unico uomo, e loro 4 donne e che potessimo far diventare la mia voce musica e le loro note parole.

 

Irene Conte

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