Corse, sonorità e amori nell’Orlando Furioso di Messina

 

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Sul giardino all’italiana del castello di Coazzolo sta tramontando il sole. Le luci e i colori ci riportano a mondi di fiaba, in cui l’illusione si fa viva e ci rapisce l’anima, con stupore. La magia, invece, non tramonta mai, nemmeno in questo nono angolo di mondo che la rassegna “Paesaggi e oltre, teatro e musica d’estate nelle terre dell’UNESCO”, con la direzione artistica del Teatro degli Acerbi, ci porta a scoprire. Ieri sera, sono stati tantissimi gli spettatori che, con curiosità, hanno assistito alla pièce di Enrico Messina “ORLANDO. Furiosamente solo rotolando”, tratta da ‘Hruolandus Libera Rotolata Medioevale’ di Messina e Alberto Nicolino.

La storia narrata è quella dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, uno dei capisaldi della letteratura italiana. Una storia di incredibile equilibrio stilistico, in cui alla guerra contro ai Saraceni si sovrappone prepotente il tema universale dell’amore. È infatti d’amore che si parla pensando a Orlando, paladino di Carlo Magno: quello non corrisposto che prova per Angelica, principessa del Catai (attuale Cina). Un amore che avvampa quanto più Angelica dimostra di amare un altro, Medoro, mentre il fuoco di passione finisce con il bruciare il senno del povero Orlando, che impazzisce, per amore.

La scena è sgombra, i dettagli essenziali: in scena, solo uno sgabello e una tromba. Per il resto, basta un narratore e il desiderio di condividere un racconto che ha fatto la storia. Enrico Messina è un titanico affabulatore e la sua un’eccelsa prova d’attore: dalla sua voce e dai suoi gesti nascono personaggi, accampamenti, duelli, dame, palazzi incantati e rii magici. Il ritmo è incalzante, ipnotico. Alterna la poesia della letteratura alla comicità garbata di una rilettura profonda, che riesce a restituire l’ironia e l’introspezione di un tempo, rileggendole con occhi nuovi. Molteplici i colori: dalle vicende evocate alle sonorità peculiari, tutto riluce di svariate sfumature. La parlata si contamina di inflessioni dialettali, canti popolari, suoni, rumori, versi. Il risultato è una colonna sonora unica, semplice quanto evocativa, resa grande dalla versatilità di Messina, in cui i suoni ricalcano la sua gestualità sapiente, ma la trascendono.

Così, tra risate e suspense, il pubblico rimane incollato alla storia e, con gli occhi socchiusi, prova a volare, nel vortice di emozioni e incantagioni del mito. Un mito che Messina, con la sua messinscena, smitizza, perché – si sa – il modo migliore per rendere grande una storia è farla diventare piccola, talvolta, della misura del cuore degli spettatori, dove saprà crescere e alimentarsi di passione, la stessa a cui anelano tutti i personaggi dell’opera, da Orlando ad Angelica, da Bradamante a Ruggiero, da Astolfo a Ferraù.

Alla fine di questa affannosa rincorsa – a una donna, un cavaliere o un ideale – Orlando rimane in bilico sospeso. E lì ci accorgiamo che il finale è quello che tutti vorremmo: quello in cui la voce si spezza di commozione e ci lascia ancora la capacità  di immaginare. È il finale che non conclude, è una parentesi che si apre, ma non si chiude, è una virgola al posto di un punto. È il finale da scrivere, da inventare, quello che ci sentiamo vibrare nel petto, quello che un narratore d’eccezione ci ha ispirato…

Hanno preceduto la pièce, due brevi anteprime: ‘(de)CAMERINO Agilulfo e il Palafreniere’, uno studio di e con Enrico Messina, ispirato al Decameron di Boccaccio e ‘Soldato mulo va alla guerra’, uno studio con Massimo Barbero, ispirato alla testimonianza di Giuseppe Zabert, leva 1897, che ha combattuto la prima guerra mondiale. Racconti che si incastonano nell’anima con la forza comunicativa che li caratterizza.

“Paesaggi e Oltre”, promosso dalla comunità collinare Tra Langa e Monferrato, con il sostegno di Regione Piemonte, Fondazione C.R.Asti e Fondazione C.R.T., torna martedì prossimo, 22 agosto, per l’ultimo appuntamento dedicato a bambini e famiglie: ‘Dal paese dei balocchi’ con Claudio e Consuelo, in collaborazione con Burattinarte Summertime, alle 16.30 nel cortile della Scuola Materna di Montegrosso d’Asti.

Per info: www.teatrodegliacerbi.it

Irene Conte

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